Recensione di Elisa Benni
Un figlio veglia il padre durante le sue ultime ore. Prima di spirare, il padre comunica al figlio che la sua ultima volontà è quella di essere sepolto accanto a sua sorella e fa promettere al figlio che lo accontenterà.
Nulla di più di una storia di un figlio amorevole e attento alle volontà paterne? Potrebbe sembrare, se non fosse che padre e figlio sono a Damasco, governata dalle forze governative e la tomba si trova ad Annabiyya, paesino del nord, vicino al confine turco, governato dalle forze ribelli e pericolosamente vicino ad Aleppo e ai territori annessi allo Stato islamico.
Bulbul, il figlio, comunica al fratello Huseyn e alla sorella Fatima, con cui non ha contatti da anni, il decesso del padre e le sue ultime direttive. Nonostante l’oggettiva difficoltà dell’impresa e il rapporto difficile col defunto genitore, i tre fratelli subito si organizzano con un minibus per andare a prelevare le spoglie del padre dal vicino ospedale per condurlo nel luogo da lui scelto per l’eterno riposo.
Ben presto il viaggio palesa tutte le sue difficoltà: ogni pochi chilometri sono costretti ad avanzare a passo d’uomo dietro a decine di altri veicoli che vengono, come loro, controllati minuziosamente dai presidianti restandone in totale balia anche per diverse ore.
La loro storia spesso non viene creduta, o i documenti in loro possesso non sono sufficienti, o addirittura si sostiene che la salma debba essere arrestata in attesa che gli appropriati documenti arrivino ai comandi di polizia e non venga, di conseguenza, archiviato il mandato di cattura pendente nei confronti del morto.
Oliando un po’ il sistema e sopportando soprusi e umiliazioni senza cedere alle provocazioni, il loro viaggio prosegue fra le macerie di una guerra civile che ha svuotato interi villaggi o vi ha lasciato solo alcuni anziani perseguitati dai fantasmi di una generazione, quella dei loro nipoti, ormai decimata dalla guerra o dalle fughe all’estero in cerca di pace e futuro.
Nelle loro menti si affollano pensieri sulla loro infanzia, sulle vite diverse che hanno vissuto da allora, sulla vita del padre e sulle vicende che lo hanno portato a partecipare attivamente alla ribellione al fianco della donna che amava e che non è la loro madre.
Un viaggio tormentato la cui perfetta metafora è la progressiva decomposizione del corpo del padre. Il rapporto tra i fratelli, già complicato, rischia il tracollo e tutti e tre, consapevolmente o meno, rischiano ripetutamente la vita.
Un libro sui rapporti famigliari ma soprattutto sulla recente storia travagliata della nazione siriana da un punto di vista interno e soggettivo che non esprime giudizi ma rende una spoglia cronaca degli avvenimenti e regala una fotografia senza filtri sulle macerie di un popolo.
Il tutto con uno stile asciutto, a volte persino scarno, che ben si abbina alla realtà senza fronzoli che sta descrivendo.
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Foto: giunti.it